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INTERVISTA AL RETTORE EZIO GORI Stampa E-mail

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Una grande famiglia unita e serena. Così Ezio Gori, rettore del quartiere di Porta Santo Spirito, parla dell'universo gialloblu. L'orgoglio è quello di chi è riuscito a rendere ancora più coeso e compatto il popolo della Colombina vendendolo nuovamente tornare a vincere e trionfare.
Per Santo Spirito il 2012 si è chiuso con un risultato secco: cappotto, due lance portate a casa con due cavalieri esordienti. Una scommessa che in pochi avrebbero giocato ma che, al contrario, è stata vinta nel migliore dei modi.
"Il clima dentro il quartiere – spiega il rettore Gori – è ottimo.C'è grande serenità e fiducia nei ragazzi, nella squadra tecnica e nella dirigenza. Un bel gruppo che lavora tutto l'anno e che crede in quello che viene fatto. Una situazione molto diversa da qualche anno fa quando entrai nel quartiere. Lo scenario era molto differente visto che all'epoca avevamo da poco perso Carlo Farsetti e poco dopo Luca Veneri, cavalieri importanti per Santo Spirito. In quell'esatto momento, il clima all'interno del quartiere non era affatto dei migliori. Oggi invece è tutto differente. Una delle mie più grandi soddisfazioni, oltre ad aver raggiunto il cappotto, è quella di vedere un quartiere così sereno e unito".

Una serenità guadagnata con il duro lavoro e con un progetto tecnico ben preciso che, stando alle ultime Giostre, ha portato risultati concreti.
"Il progetto tecnico è nato con la realizzazione delle Scuderie del quartiere – continua Gori – Credo di interpretare il pensiero di tutti affermando che questo luogo è motivo di grande orgoglio per il popolo giallo-blu. In questa struttura ha preso vita un percorso ben preciso che si è avvalso del prezioso contributo di un grande professionista come Martino Gianni. L'obiettivo principale era, ed è, quello di far crescere in casa nostra giovani giostratori in modo da evitare di attingere in quelli che ormai gravitano nel mondo da anni. Il nostro quartiere, per ovvie ragioni, aveva la necessità immediata di trovare delle personalità con le doti richieste per vestire i panni di cavaliere. Ecco allora che è partito tutto. La nostra idea è stata quella di anticipare il ricambio generazionale e investire nella formazione di giovani. Le nostre riserve sono allenate esattamente nello stesso modo dei titolari. Non facciamo distinzioni in questo senso, siamo una squadra e in Piazza vanno i due giostratori che danno le maggiori garanzie di successo. Questo è un punto ben chiaro ai nostri ragazzi. Chiaramente quest'anno è impensabile sostituire la coppia Scortecci Cicerchia ma per il futuro vige la regola di "schierare" coloro che hanno fatto meglio durante gli allenamenti e le prove".

INTERVISTA PRESA DAL PORTALE AREZZO NOTIZIE



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