Sabato 11 Gennaio
I Quartieri della Giostra del Saracino sabato 11 gennaio in Cattedrale offriranno il loro omaggio al Beato Gregorio X. La diciassettesima edizione della cerimonia di "donazione dei ceri" prenderà il via alle ore 18 con il ritrovo in piazza San Jacopo delle rappresentative dei Quartieri, dei Fanti del Comune e dei Valletti.
Dopo l'esibizione dei Musici della Giostra e quella degli Sbandieratori della Città di Arezzo, il corteo composto da 200 figuranti, alle 18,30 sfilerà in Corso Italia, Canto de' Bacci, Via Cavour, Via Cesalpino fino a raggiungere Piazza della Libertà dove alle 18,45 il Sindaco della città di Arezzo Giuseppe Fanfani, insieme alla rappresentanza civile della Giostra e dei Quartieri si unirà al corteggio per raggiungere il Duomo.
All'interno della Cattedrale i Quartieri doneranno i ceri decorati, come ogni anno, dall'artista senese Rita Rossella Ciani. Una donazione da alcuni anni non solo simbolica che prevede infatti di devolvere ai bambini di Betlemme le offerte raccolte in occasione della cerimonia.
La cerimonia dei ceri ha origine antichissime. Risale al 1327 quando la città di Arezzo decise che ogni anno si dovesse solennizzare l'anniversario della morte di Beato Gregorio X con una imponente cerimonia in Duomo e con l'offerta di ben 100 libbre di cera. La cittadinanza è invitata a partecipare alla suggestiva manifestazione.
Papa Gregorio X
Nato nel 1210 a Piacenza, le cronache lo descrivono di temperamento "mite e sereno", tanto che un influente prelato, il concittadino Giacomo da Pecorara, cistercense, lo volle con sé per farlo studiare a Lione, Liegi e Roma. A Parigi poi ebbe come condiscepoli addirittura San Bonaventura e San Tommaso.
Quando venne eletto papa, nel 1271, alla fine di un interminabile concilio durato tre anni, si trovava in Terrasanta dove si rese conto di persona della necessità di una crociata, un grande desiderio che non riuscì però a coronare, e dove incontrò Marco Polo e i suoi fratelli di ritorno dalla loro avventura in estremo oriente. Un Papa, quindi, sicuramente "internazionale" e con una predisposizione particolare per l'Oriente.
Era di ritorno, in compagnia del nostro vescovo Guglielmo degli Ubertini, proprio dall'importante concilio di Lione dove aveva tentato con forza di ricucire lo strappo tra la chiesa di occidente e quella di oriente, in nome di quella unità che tanto desiderava, quando si ammalò e fu costretto a fermarsi ad Arezzo con altri eminenti cardinali. Qui morì il 10 gennaio 1276 lasciando un cospicuo lascito per costruire una nuova Cattedrale.
Per onorare questo Papa, poi beatificato e dichiarato "co-patrono" assieme a San Donato, la città di Arezzo fin dal 1327 decise che ogni anno si dovesse solennizzare l'anniversario della sua morte con una imponente cerimonia in Duomo con l'offerta di ben 100 libbre di cera.
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