C’erano anche i “suoi” amati cavalli ad accompagnare Tripolino nel suo ultimo viaggio; cavalli che lo hanno portato a scrivere pagine importanti ed indelebili nella storia del Palio di Siena e della Giostra del Saracino di Arezzo.
Il funerale del “fantino gentiluomo” si è svolto questa mattina con i parenti, gli amici e i suoi compaesani di Pozzuolo Umbro.
Il feretro, dalla sua abitazione, è stato portato in una lenta processione, alla chiesa parrocchiale scortato da quattro cavalieri e dal vessillifero, con la stendardo listata a lutto, del Quartiere di Porta Santo Spirito di Arezzo.
La cerimonia religiosa è stata officiata dal parroco di Pozzuolo don Piero Becherini, che si è soffermato sull’affetto verso un cavaliere rimasto immutato nel corso degli anni. Il parroco si è soffermato sulla festa organizzata in occasione del suo centesimo compleanno quando il paese di Pozzuolo fu letteralmente invaso dai colori delle bandiere e dei stendardi dei Quartieri di Arezzo e delle Contrade di Siena dove il fantino aveva ottenuto i suo allori.
Un vero e proprio evento che sorprese anche molti dei suoi concittadini che mai avrebbero immaginato di quanto fosse amato e stimato il fantino.
Si è poi unito Roberto Parnetti, in rappresentanza del Quartiere di Porta Santo Spirito che, nel tracciare una breve storia della sua carriera, ha ricordato alcuni episodi a lui legati tra cui, in una delle sue ultime visite al quartiere aretino, l’omaggio che volle fare con la consegna di una lancia da giostra, custodita gelosamente dal cavaliere nella sua abitazione, e che adesso fa bella mostra di se nel Museo storico del quartiere.
Al termine della cerimonia un commovente applauso ha saluto il “fantino gentiluomo” che è stato trasportato al cimitero di Castiglion del Lago per essere tumulato.
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