L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici
E’ stata inaugurata al Quartiere di Porta Santo Spirito la mostra itinerante del Panathlon
Far conoscere il lungo cammino per l’emancipazione che con fatica, costanza, passione, impegno e, talvolta con ribellione nei confronti delle regola, tante donna hanno combattuto e vinto nel mondo dello sport ed in particolare di quello olimpico. Questo, in sintesi, l’obbiettivo del progetto promosso dal Panathlon Club Arezzo con la mostra itinerante che è stata inaugurata nel salone del bastione di levante (Via N. Aretino 4) del Quartiere di Porta Santo Spirito.
Sono stati il presidente del Panathlon Club di Arezzo Piero Ferruzzi ed il delegato provinciale del CONI Giorgio Cerbai a tagliare il nastro alla presenza di Leno Chisci del Panathlon Club del Valdarno curatore, per l’area 6, della mostra, e numerosi soci del sodalizio aretino.
La mostra si sviluppa su pannelli fotografici e parte con cenni sui giochi olimpici antichi per poi approfondire i giochi moderni partendo dai due pensieri contrapposti: quello dell’ideatore dei Giochi Olimpici moderni Pierre De Coubertin e quello del grande giornalista italiano Candido Cannavò.
Fino al secondo dopoguerra l’attività fisica e sportiva era considerata nemica della femminilità, anche agli occhi della maggior parte degli occidentali.
Le donne atlete apparivano come una deviazione della femminilità tanto da mettere in discussione persino la correttezza del loro orientamenti sessuali.
Nel percorso espositivo si ritrovano le storie di tante donne “medagliate” ma anche molte curiosità avvenute nel corso delle varie Olimpiadi.
L’esposizione, a ingresso gratuito, sarà aperta al da mercoledì 30 marzo a venerdì 1 aprile con orari la mattina dalle 9.30 alle 12.30 ed il pomeriggio dalle 15 alle 18.
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